Nervo vago: dove si trova, sintomi e tecniche osteopatiche di decompressione e rilassamento

Nervo vago e osteopatia

Il nervo vago, componente chiave del sistema parasimpatico, svolge un ruolo centrale nella regolazione di funzioni vitali, quali la digestione, la frequenza cardiaca, la respirazione e la risposta antinfiammatoria. La sua attività è associata alla capacità del corpo di rilassarsi e rigenerarsi, contrastando gli effetti dello stress cronico.

Quando il nervo vago è infiammato, l’Osteopatia – attraverso un approccio olistico e l’utilizzo di manipolazioni non invasive mirate – è in grado di liberarlo da tensioni fasciali e restrizioni meccaniche – ripristinando l’equilibrio neurovegetativo e potenziando la resilienza dell’organismo.

Anatomia del nervo vago: un percorso complesso

Il nervo vago – chiamato così per via della sua natura “errante” nell’ambito della metà superiore del corpo umano – ha origine nella parte inferiore del cervello (a livello del midollo allungato), fuoriesce dal cranio a livello del forame giugulare (uno dei fori della fossa cranica tra osso occipitale e osso temporale) e prosegue il suo percorso lungo il collo, la colonna cervicale, il torace, attraversando il diaframma e arrivando sino all’addome.

Lungo il suo articolato tragitto, innerva organi vitali come il cuore, i polmoni, lo stomaco, il fegato, la cistifellea, l’intestino, dei quali regola la componente parasimpatica:

  • Faringe e laringe: controllo della deglutizione e fonazione.
  • Cuore: modulazione della frequenza cardiaca.
  • Polmoni: regolazione del ritmo respiratorio.
  • Apparato gastrointestinale: coordinamento della peristalsi e secrezione enzimatica.
  • Fegato, milza e reni: mediazione di risposte metaboliche e immunitarie.

Nervo vago infiammato: i sintomi

Quando il nervo vago è infiammato può causare sintomi eterogenei, proprio in ragione della sua innervazione multisistemica:

  • Cardiovascolari: bradicardia, ipotensione, svenimenti (vasovagali).
  • Gastrointestinali: disfagia, reflusso gastrico, nausea, stipsi o diarrea.
  • Respiratori: dispnea, sensazione di nodo alla gola.
  • Neurologici: cefalea, vertigini, acufeni.
  • Psico-emotivi: ansia, disturbi del sonno, affaticamento cronico.
  • Infiammatori: alterazione della risposta immunitaria (es. citochine pro-infiammatorie).

Tali manifestazioni sono spesso correlate a compressioni meccaniche, aderenze post-chirurgiche, stress cronico o posture scorrette.

Benefici dell’Osteopatia sul nervo vago

L’Osteopatia interviene sul nervo vago infiammato – come accennato in apertura – attraverso un approccio manuale mirato a:

  • Ridurre tensioni fasciali e muscolari lungo il suo decorso.
  • Migliorare la mobilità delle strutture anatomiche adiacenti (es. cranio, rachide cervicale, diaframma).
  • Ottimizzare la trasmissione degli impulsi nervosi e il flusso vascolare.
  • Promuovere l’omeostasi del sistema neurovegetativo.

La parola all’Osteopata

“Il Nervo Vago riveste in Osteopatia una enorme importanza per la regolazione del Sistema Nervoso Autonomo, in particolare il Sistema Parasimpatico e le funzioni involontarie di organi essenziali per la vita e per la salute dell’organismo”, spiega il Luca Caimi, Osteopata fondatore dello Studio Igea.

“Nell’ambito dei distretti che innerva, il nervo vago può incontrare zone di ostruzione, compressione o resistenza muscolare e fasciale. La missione dell’osteopata è proprio quella di liberare ogni restrizione alla mobilità, in modo tale che l’informazione neurologica possa diffondersi in maniera corretta lungo tutto il percorso”.

“La liberazione del nervo vago, a livello del foro giugulare, è fondamentale in Osteopatia: rilasciare le restrizioni a livello dei fori cranici (passaggio di nervi e vasi) e delle suture craniche permette di restituire armonia al meccanismo dinamico del cranio (MRP, meccanismo respiratorio primario) e stimolare al meglio le funzioni neurologiche e vascolari. Le tecniche di liberazione del foro giugulare (e di tutti i fori e suture craniche) sono assolutamente indolore, non invasive, atraumatiche e risultano piacevoli e rilassanti per il paziente”, conclude il dott. Caimi.

Le tecniche osteopatiche per il nervo vago

Entrando più nel dettaglio delle tecniche manipolative utilizzate per trattare il nervo vago, vediamo quali vantaggi restituiscono al paziente:

  1. Manipolazione cranio-sacrale: attraverso pressioni delicate, è in grado di ridurre la compressione meccanica e assicurare un miglioramento del drenaggio venoso (a livello giugulare).
  2. Tecniche di scorrimento fasciale: agendo a livello della fascia cervicale profonda, dei muscoli sottoioidei e dell’osso ioide, permette di liberare le aderenze tra i piani connettivali. Assicura un’ottimizzazione della mobilità del nervo vago a livello del collo e previene trazioni anomale.
  3. Tecniche di correzione dell’atlante e legamenti circostanti: riallineando la vertebra C1, favorisce la decompressione del nervo vago a livello del cranio, normalizzando il sistema
  4. Tecniche di rilascio diaframmatico e mobilizzazione degli organi addominali: permettono di ridurre le tensioni sul vago a livello addominale e migliorare la peristalsi.
  5. Tecniche di attivazione respiratoria: lavorando sulla meccanica diaframmatica con una stimolazione manuale, durante gli atti respiratori, favorisce un aumento del tono parasimpatico e la modulazione del baroriflesso cardiaco.

 

 

Approfondisci le tue conoscenze, leggi gli altri articoli del sito, cliccando qui.

 

Articolo a carattere informativo-divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una   diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.