Osteopatia: 150 anni di storia da celebrare

Osteopatia

Il 22 giugno 2024, ricorre il 150esimo anniversario della nascita dell’Osteopatia. Un secolo e mezzo di storia ed evoluzioni che hanno portato questa disciplina innovativa a essere sempre più presente al fianco di equipe interdisciplinari, con ginecologi, pediatri, ortopedici, logopedisti, nel percorso di accompagnamento dei pazienti verso la risoluzione o la stabilizzazione delle proprie patologie, disfunzioni o alterazioni congenite o acquisite, nonché nei programmi di prevenzione.

Nonostante l’Osteopatia sia stata riconosciuta in Italia, come professione sanitaria, soltanto nel 2018, sono sempre di più le persone e i genitori che nel nostro Paese si rivolgono agli osteopati per sé e i proprio figli, per risolvere o gestire al meglio numerose problematiche di salute.

Andrew Taylor Still: padre dell’Osteopatia e mente visionaria

La nascita dell’Osteopatia è strettamente connessa alla vita del suo fondatore, Andrew Taylor Still. Figlio di un pastore metodista e medico di frontiera, scelse di diventare anch’egli dottore. Già nel 1855, Still iniziò a ragionare su nuove metodologie di cura, mettendo in discussione i principi della Medicina dell’epoca. Col tempo elaborò un innovativo approccio medico, rispettoso delle leggi della natura e della vita.

Anche se l’Osteopatia stava già prendendo forma in quegli anni di studio, tentativi e scoperte, la nascita ufficiale avvenne il 22 giugno del 1874. Andrew Taylor Still, mentre camminava in una campagna delle pianure americane, fu colto da un’autentica illuminazione. Fu lui stesso a raccontarla testualmente con queste parole: “Come un colpo di sole la verità intera albeggiò nella mia mente, ho visto una piccola luce nell’orizzonte della verità, in pratica ho issato la bandiera dell’Osteopatia”.

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Una nuova professione sanitaria

Trascorsero circa altri 20 anni, prima che la medicina di Still ottenne il riconoscimento ufficiale. Nel 1892 potè così fondare, nel Missouri, la prima scuola di Osteopatia. Agli inizi del XX secolo, questa nuova disciplina iniziò a diffondersi anche in Inghilterra, dove venne riconosciuta soltanto nel 1993.

In Italia è approdata negli anni Ottanta del Novecento. L’iter di riconoscimento ha raggiunto il primo step legislativo nel 2018, con la legge n°3, e si è concluso soltanto quest’anno con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale numero 39 del 16 febbraio 2024, del decreto 1563.

Oggi, dopo 150 anni di storia, l’Osteopatia è a tutti gli effetti una nuova professione sanitaria.

Luca Caimi: “Ora serve il corso di laurea in Osteopatia”

“Negli ultimi anni sono stati fatti passi enormi per il riconoscimento dell’Osteopatia come professione sanitaria. Ci auspichiamo che si arrivi, con la medesima celerità, all’istituzione del primo corso di studi universitario. Solo a quel punto l’Osteopatia potrà ufficialmente e realmente integrarsi in ambito sanitario e acquisire la giusta importanza e attenzione”, afferma Luca Caimi, osteopata e founder dello Studio Igea PROGETTOSALUTE di Monza.

“L’Osteopatia non è migliore di altre discipline sanitarie, è tuttavia profondamente differente, a partire dall’approccio alla persona. L’osteopata è fondamentalmente curioso, a tratti visionario. Si chiede ‘perché’, dinanzi a ogni disfunzione. Cerca di comprendere le dinamiche di adattamento del corpo e con i mezzi a sua disposizione, le mani, applica input correttivi per il ripristino di un equilibrio momentaneamente perso o alterato. Il corpo umano è infatti dotato di una capacità unica e straordinaria, quella di autocorreggersi, per certi versi di autoguarirsi, se ben indirizzato”.

“Nella mia filosofia di trattamento, l’Osteopatia rappresenta un’ottima forma di prevenzione rivolta alla salute della persona. Attraverso il trattamento manuale osteopatico possiamo rilevare, evidenziare e trattare disfunzioni che nel tempo potrebbero dare luogo a squilibri omeostatici e creare, se perpetrate, terreno fertile per l’insorgenza di disturbi funzionali o malattie”, conclude Luca Caimi.

 

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