La plagiocefalia, o sindrome della testa piatta, è una condizione che colpisce i neonati ed è caratterizzata da una deformazione del cranio, dovuta a una pressione prolungata su una specifica area. Lo schiacciamento, in particolare nella parte posteriore e/o laterale della testa, può verificarsi già nell’utero della madre, oppure nei primi mesi di vita, per effetto del mantenimento prolungato della stessa postura durante il riposo notturno.
Per la plagiocefalia neonatale, l’Osteopatia rappresenta una valida opportunità terapeutica: grazie a trattamenti manuali delicati e calibrati sulla struttura ossea del neonato è possibile migliorare la forma del cranio. Ė importante, infatti, sapere che la plagiocefalia non si risolve in modo spontaneo, necessita di un intervento tempestivo e adeguato all’entità della deformazione presente. Ė fondamentale dunque, adottare sin dalla prima settimana di vita del bambino e fino ai 12 /18 mesi, le corrette soluzioni disponibili, per evitare che si sviluppino problematiche più complesse e dolorose nell’età adulta.
In questo articolo vedremo, nel dettaglio, le principali cause della plagiocefalia, le possibili conseguenze anche in ambito neurologico e come il trattamento osteopatico può essere d’aiuto.
Le cause della plagiocefalia
Le cause della plagiocefalia sono molteplici e spesso difficili da individuare. Possono coesistere fattori genetici, congeniti e acquisiti. Si distinguono essenzialmente 2 tipologie di plagiocefalia:
- Plagiocefalia primaria: è causata dalla pressione intrauterina. Il feto, all’interno dell’utero può in alcuni casi avere difficoltà nel muoversi ed essere costretto a mantenere la stessa posizione per lungo tempo. Può altresì essere causata dalla pressione durante il parto;
- Plagiocefalia secondaria: è causata, post partum, da una postura mantenuta per un tempo prolungato. In particolare è legata alla posizione adottata dal neonato nel sonno (quasi mai a pancia in giù).
Esiste poi una terza tipologia: la plagiocefalia sinostosica o craniostenosi: caratterizzata dalla fusione precoce delle suture craniche. In questo caso è necessario un intervento multidisciplinare (neurochirurgo, chirurgo maxillo-facciale, oculista, pediatra-neonatologo, ortodontista, etc).
Plagiocefalia posizionale
La forma più diffusa di plagiocefalia è quella posizionale ed è causata da specifiche posizioni in cui il neonato trascorre la maggior parte del tempo. Nei primi mesi di vita infatti, il bambino dorme e trascorre molte ore disteso sulla schiena, generalmente con la testa girata di lato. Anche quando è seduto, sul seggiolino per la pappa, o su un tappetino per giocare, può tendere a poggiare la testa sempre dallo stesso lato.
La plagiocefalia può altresì svilupparsi frequentemente prima del parto, per via della posizione assunta dal feto nell’utero della madre, oppure durante il parto per effetto delle forze compressive uterine. Alla nascita, il neonato è solitamente in grado di innescare dei meccanismi di autoregolazione come il pianto, la respirazione, la suzione, che possono essere utili a risolvere molte delle tensioni che ha accumulato. Tuttavia non sempre questi meccanismi sono sufficienti per restituire un equilibrio tensionale a livello del cranio e del corpo, per questo, come spiegato poc’anzi, la plagiocefalia necessita di interventi tempestivi e mirati.
Conseguenze della plagiocefalia
La deformazione cranica, a livello dell’osso occipitale, può essere responsabile anche di compressioni meccaniche su alcuni nervi cranici, quali il nervo vago, l’ipoglosso o il glossofaringeo, e causare:
- Asimmetria del viso
- Disturbi digestivi come coliche addominali, rigurgito, reflusso gastroesofageo
- Difficoltà di deglutizione e suzione
- Torcicollo
- Irritabilità
- Disturbi del sonno.
Se non trattate tempestivamente, in alcuni casi, possono portare anche a conseguenze neurologiche e funzionali, che possono ostacolare lo sviluppo psicomotorio e cognitivo del bambino.
Come l’Osteopatia può risolvere la plagiocefalia
In presenza di plagiocefalia, l’Osteopatia può essere una valida soluzione. I benefici di questa disciplina nella gestione delle problematiche neonatali, finalizzata a prevenire disturbi futuri nel bambino e favorire un suo corretto sviluppo, sono sempre più evidenti e stanno gradualmente portando a una diffusione dei trattamenti nella primissima infanzia. In questa fase, infatti, la “malleabilità” del neonato rende particolarmente ideale ed efficace l’intervento osteopatico, che è in grado di fermare lo sviluppo di eventuali disfunzioni ed evitare che si strutturino nell’organismo.
Come funziona in concreto? Mediante l’utilizzo di tecniche non invasive, il terapista interviene manualmente sulle strutture rigide del neonato, al fine di normalizzare tutte le aree del cranio e del collo, che possono essere state disallineate durante la gravidanza o le spinte del parto.
In sintesi gli obiettivi del trattamento osteopatico sono:
- Ridurre l’asimmetria cranica
- Ridurre la rotazione del capo da un lato
- Favorire la maturazione del controllo assiale antigravitario del capo e del tronco
- Promuovere lo sviluppo psicomotorio globale
Quante sedute di Osteopatia per la plagiocefalia?
Come per ogni problematica di carattere osteoarticolare, è impossibile stabilire a priori un numero fisso di sedute. Ogni condizione è a se stante, pertanto è fondamentale sottoporre il bambino a una visita osteopatica, per poter consentire al terapista di stabilire la gravità della deformazione e il piano di trattamento più adeguato.
Plagiocefalia: i consigli dell’Osteopata
Oltre al trattamento osteopatico, esistono alcuni semplici accorgimenti che i genitori possono eseguire quotidianamente:
- Quando il neonato dorme, alternare le posizioni della testa ruotandola in posizione supina e sui fianchi;
- Quando il neonato è sveglio, stenderlo in posizione prona, per un po’ di tempo, magari sul petto della mamma o del papà o comunque sotto supervisione di un adulto;
- Quando il neonato gioca, cambiare la posizione dei giochi o delle fonti luminose intorno a lui, in modo tale da incentivare il piccolo a ruotare la testa in entrambi i lati;
- Quando il neonato mangia, alternare i lati della poppata sia in caso di allattamento al seno, sia in caso di allattamento con il biberon.
A chi rivolgersi?
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Articolo a carattere informativo-divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.